sabato 10 dicembre 2011

lo squalo...

mi ha colpito profondamente e quando mi sono svegliato ero scosso. Impressionato per quello che ho provato e sentito. La temperatura dell'acqua, i rumori, e soprattutto visto. Se non fossi certo dei essermi appena svegliato, sarebbe difficile definirlo un sogno. 
I sogni riportano in immagini alcuni nostri stati d'animo derivanti banalmente da quanto vissuto nella giornata. Su internet una delle definizioni recita:

"...una concretizzazione allucinatoria durante la fase REM del sonno di un desiderio inappagato durante la vita diurna"

Quanto sognato, non credo derivasse da un desiderio inappagato. 
Devo dire che spesso sogniamo di sciare percependo il freddo di una nevicata, quando ci siamo scoperti a lungo nella notte. Proviamo un formicolio ad una gamba e quando ci svegliamo nell'affanno degli eventi, questa ci formicola realmente; oppure, è capitato a molti, una sveglia è un suono che irrompe nel sogno e ne a parte finché non capiamo che sogniamo e che è la sveglia.
Mi è capitato di percepire concretamente di tenere in mano un oggetto, di sentirne la superficie ed intuirne le caratteristiche di rugosità o morbidezza. Svegliandomi, provando ancora la medesima sensazione nel palmo della mia mano, pur essendo conscio di essere a letto, ho osservato la mia mano, che per un gioco tattile di percezioni non aveva niente altro che le lenzuola tra le dita. Mentre osservavo la mia mano la percezione tattile è rimasta come nel sogno di poco prima.
Personalmente mi è capitato di essere in un incubo in preda a chissà quale orrore che molto probabilmente mi avrebbe portato ad una morte terribile, nella valutazione delle possibilità di salvezza c'è il sogno. Riconoscendolo capisco che è irreale ed affronto tutto in modo diverso...
...e questa volta non è andata come negli altri sogni.



Immerso in un mare tiepido e trasparentissimo, dotato solo di un maschera subacquea e boccaglio. Il mare non è molto fondo, ci saranno circa 20 metri. Intorno a me in superficie, diverse barche. Il sole è alto e la luce attraversa queste acque limpide rendendo ben visibili i colori. Io sono appena in superficie e posso al massimo immergermi per 2-3 metri. Il motivo per cui mi sono immerso è davanti a me in una posizione sbilanciata sul lato destro, mi mostra il ventre bianco. Nuoto piano avvicinandomi all'enorme squalo che è a circa un metro e mezzo dalla superficie e molto lentamente prosegue lento ed inarrestabile il suo moto rotatorio privo di ogni controllo che lo porta a pancia in su. in questa posizione, mostra un'ampia ferita tra la bocca e lo stomaco. Sono tagli precisi, regolari che formano un ampio quadrilatero che mostra le sue parti interne rosse e vivide che hanno dei movimenti regolari e convulsi. All'orecchio mi arriva chiaro il rumore dell'acqua, del mio respiro nel boccaglio, del pesante risciacquio delle chiglie delle barche che provoca uno schiocco, ogni volta che incontrano la superficie del mare a ritmo delle piccole onde e dai movimenti impressi all'imbarcazione dal lavoro concitato, scandito dal continuo vociare e urlare delle belve che su esse operano alacremente.
Shark Finning
La rotazione lungo il suo asse longitudinale procede lenta come quella di un corpo celeste, inanimato nell'infinito vuoto spaziale con un moto costante inerziale impresso da chissà quale origine, ruota. Le sfumature dall'addome al suo dorso, passano da un bianco acceso ad un blu molto intenso passando attraverso sfumature di grigio celesti, varie tonalità di azzurro sino a ricordare il colore dell'oceano più profondo. Ogni controllo sul movimento è perso. Come un veliero senza vele e timone. Inutili guizzi della sua possente coda gli imprimono solo questo movimento rotatorio su se stesso senza alcun avanzamento. Mentre lento raggiungeva il fondo
Gli sono state tagliate: la pinna dorsale, la seconda pinna dorsale, l'intera coda dalla chiglia, entrambe le pinne pettorali.

Anatomia Squalo
Quelle lingue rosse che con regolarità segnano quello che era il corpo di una perfetta, sinuosa e veloce macchina da navigazione sottomarina ed efficace guardiano della catena alimentare del suo abitat, mi hanno terrorizzato e mi ha fatto provare vergogna dell'apparteneza alla mia specie.


Quella mattina, dopo essermi svegliato, ero a pancia in giù nel mio letto. Sono rimasto a lungo in questa posizione una volta sveglio. Vivido il ricordo dei suoni, dell'occhio che ritmicamente ad ogni rotazione, sbarrato mi fissava sino a tramontargli alla vista. 



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