sabato 24 aprile 2010

RLM 101: il corpo faccia quello che vuole io sono la mente...

Questa frase ha una forza devastante soprattutto se detta da una donna di 101 anni, lucida, consapevole e tesa a tenere alta l'attenzione della ricerca "mancata" nel nostro Paese, con conseguente fuga di cervelli.
Rita Levi Montalcini, in questa intervista di Riccardo Luna in occasione del suo compleanno (22 aprile 2010), esprime la sua priorità nel desiderare come regalo "...più interesse e sostegno per la ricerca..." nonostante "...l'Italia sia ricchissima di materiale umano...".
Ascoltare questa, purtroppo breve, intervista è motivo di emozione e di riflessione: sia sul tempo e di come questo vada spesso sprecato...e su come vadano sprecate risorse fondamentali per lo sviluppo di un Paese che ha un futuro e che in un futuro ci crede. Ma forse il problema vero sta proprio nel fatto che la vista dei nostri "statisti" è pari alla data delle prossime elezioni anziché all'arrivo della prossima generazione...

Rita Levi Montalcini - L'intervista



Da WIRED.IT

Sul suo volto il tempo ha disegnato i segni di giorni lieti e giorni amari. Giorni a cui le ha saputo aggiungere vita, usando un'espressione che le è cara. Rita Levi Montalcini ha festeggiato 101 anni ma è stata lei a fare a tutti un grande regalo. Il suo compleanno si è trasformato in una diretta web dedicata al tema della ricerca che da Bologna su Rita101.tv si è propagata a in tutta Italia grazie a 200 web tv collegate in contemporanea e alle tante adesioni arrivate anche dai grandi gruppi, da Repubblica.it a Corriere.it, da Treccani.it ai Rainews24, fino a Sky, che ha trasmesso la diretta sulla sua piattaforma. E poi i collegamenti via Skype dei nostri “italiens” rapiti dalle università degli altri paesi e i racconti di chi, invece, resta. Rita ha saputo essere il motore di una tempesta che ha attraversato la Rete. Eccone un breve riassunto.
 LE DIFFICOLTA' DI FARE RICERCA IN ITALIA
Visto come stanno le cose in Italia preferisco rimanere qui” ammette amaro un ricercatore in collegamento da Washington. I motivi li sintetizza Riccardo Iacona, autore dell'inchiesta “Viva la Ricerca”, in cui ha raccontato la storia del team del professor Merletti, del Politecnico di Torino, dove 2/3 dei personale che fa ricerca è precario. Il gruppo di lavoro “straordinario” di Merletti si è tristemente smembrato. L'entusiasmo dei giovani non è infinito: si arrende alla precarietà e alla mancanza di prospettive per il futuro. “O dai una stabilità, oppure i ricercatori scappano all'estero, dove li assumono senza nemmeno guardarli in faccia, solo leggendo il curriculum. Se potessero tornare, tornerebbero, ma non a queste condizioni” taglia corto Iacona. I motivi di questa situazione li spiega Andrea Cammelli, direttore di Alma Laurea: “L'Italia spende poco in ricerca, solo l'1,2 % del Pil. La Germania spende due volte tanto, i paesi scandinavi il triplo”: Altra anomalia: lo scarso legame con i privati, che nella ricerca investono poco. E se le risorse sono poche, il rischio di spenderle male è ancora più alto. “L'Italia è un mondo d'indecisione, di burocrazia, di finanziamenti dati e poi negati” spiega Marcello Vecchi, del centro ricerche Enea.

LA FORZA E L'ESEMPIO DI RITA: UN'ICONA DELLA SCIENZA
Il corpo faccia quel che vuole, io sono la mente”. A Rita Levi Montalcini il coraggio e la forza di volontà non mancano. E' stata capace di rimettersi in piedi e tornare a camminare appena dopo un mese e mezzo la rottura del femore, come ha raccontato il direttore di Wired Italia Riccardo Luna, che l'ha incontrata per una breve intervista. Del resto Rita ha dovuto fare i conti con le leggi antiebraiche e con i tutti i pregiudizi che in Italia le donne continuano ad incontrare. Ma non si è mai arresa. Lo dimostra anche adesso, continuando a curare il lavoro dell' Ebri, l'istituto di ricerca sul cervello, da lei fondato e che è un fiore all'occhiello nel panorama mondiale.
La scoperta del fattore di crescita nervosa, che le è valso il premio Nobel per la Medicina, continua ad essere fonte di nuove ricerche. Tutto questo la rende un emblema per chi stringe i denti e continua a credere nell'impegno quotidiano per migliorare la conoscenza umana, in maniera disinteressata, guidata soltanto dall'amore per il mondo. E' per questo che continua ad essere un punto di riferimento per i ricercatori. Lo testimoniano i videobox, i post su Twitter, le mail di tanti che, in Italia e all'estero, stringono i denti e continuano a crederci. Quelli che non mollano e che la considerano una sorta d'icona. Come Rachele Castro, siracusana, che dopo la laurea, insieme ad altri colleghi, s'impunta. E fonda un'azienda che fa ricerca investendo tutto sull'innovazione legata all'ambiente. Come il Collettivo 99 dell'Aquila, un gruppo di tecnici interdisciplinari e dottorandi di ricerca, che stanno progettando di ricostruire la città in maniera ecosostenibile.

L'INTERVISTA DEL DIRETTORE DI WIRED E GLI AUGURI DELLA RETE
Il regalo più grande è il sostegno alla ricerca nel nostro paese”. Rita non ha dubbi e lo dice chiaramente a Riccardo Luna, che è andato a trovarla per un colloquio nella sua casa di Roma. “Il capitale umano dei giovani ricercatori è il più grande patrimonio del nostro paese e non è mai stato considerato. Ed è un capitale superiore a quello di tanti altri paesi”. Il pensiero di Rita sono sempre loro, i giovani ricercatori.
È da lei, una delle tre grandi donne che ho avuto la fortuna d'incontrare quest'anno, insieme a Shrin Ebadi e a Yoani Sanchez, che mi è arrivata l'ispirazione a candidare Internet al Premio Nobel per la Pace” racconta il direttore di Wired. Internet, che Rita Levi Montalcini ha definito senza dubbio la più grande invenzione del Novecento. Internet, quella rete di persone che hanno riversato il loro affetto su di lei. Una geek girl di 101 primavere.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...